giovedì 1 settembre 2016

Un riuscito 'dramedy' dal romanzo di Kevin Wilson "La famiglia Fang" di Jason Bateman, attore e regista, con Nicole Kidman

Presentato l’anno scorso al Toronto International Film Festival arriva nei cinema italiani, “La famiglia Fang”, una ‘dramedy’ che riconferma le doti di bravo regista e attore eclettico di Jason Bateman – figlio d’arte e popolare soprattutto per ruoli leggeri
e serial televisivi di successo (da “Come ammazzare il capo” ad “Arrested Development – Ti presento i miei”), ma dotato di grande sensibilità artistica -, stavolta alle prese col romanzo omonimo di Kevin Wilson (Fazi editore) e prodotto da Nicole Kidman, anche protagonista femminile, che ha affidato la sceneggiatura a David Lindsay-Abaire (“Rabbit Hole”).
L’opera seconda di Bateman – dopo “Bad Words” - riflette sui rapporti genitori-figli, arte e vita, attraverso la storia di una famiglia eccentrica, perché (negli anni ’70) i Fang sono artisti d’avanguardia, sovversivi e anarchici, che inscenano le loro performance nei luoghi più impensati e affollati (all’inizio del film c’è una loro ‘finta rapina’ in banca), in cui trascinano i loro due innocenti e (all’inizio) divertiti figlioli.
Ora, sebbene vivano ai lati opposti degli Stati Uniti, Annie (Nicole Kidman) e suo fratello Baxter (lo stesso Bateman, inimitabile) conducono esistenze parallele e molto problematiche, soprattutto a livello psicologico. Annie è un attrice che, fra alti e bassi, di recente è apparsa più sui rotocalchi che sul grande schermo; Baxter, invece, è uno scrittore affermato che, al terzo romanzo, ha avuto il classico blocco. Finito in ospedale a causa del suo ultimo improbabile servizio giornalistico (un
gruppo di giovani che ha inventato un fucile spara patate), Baxter e la sorella sono costretti a tornare a casa dei bizzarri genitori Caleb e Camille Fang (Christopher Walken e Maryann Plunkett, perfetti), che non vedono da quando sono andati via da casa. Infatti, se Annie e Baxter sono così instabili e tormentati lo devono proprio a Caleb e Camille, l’uno artisticamente narcisista e imprevedibile, l’altra devota e connivente, e per questa ragione i figli sono indecisi su ritornare o meno. Però, a qualche giorno dal loro arrivo, improvvisamente i genitori scompaiono e le prove sembrano dimostrare che si tratti di un crimine anziché
di un incidente. La polizia teme il peggio, ma Annie è convinta che si tratti dell’ultima ‘opera d’arte’ dei Fang. I due figli, ormai adulti, si mettono alla ricerca dei genitori, sperando di scoprire la verità sull’accaduto. E questa ‘indagine’ li porterà a trovare, finalmente, se stessi. Forse. Quindi, esplorando gli instabili e insondabili legami tra genitori e figli, ma anche tra arte e vita reale, “La famiglia Fang” ricostruisce tassello dopo tassello un legame che potrebbe rappresentare una riconciliazione soprattutto con se stessi. E Bateman
usa con grande equlibrio i flashback e un ‘finto’ documentario in modo che persino lo spettatore conosca a fondo e si riconosca nei personaggi, anche se, per ovvie ragioni, deve utilizzare altri attori (non sempre somiglianti e all’altezza di quelli che interpretano i quattro protagonisti al presente). A chi ha letto il romanzo, probabilmente in parte deluderà, perché come è ovvio l’adattamento a dovuto rinunciare o cambiare alcuni particolari, ma gli avvenimenti più importanti restano, magari con un velo di malinconia in più e un pizzico d’ironia in meno.
Nel cast anche Kathryn Hahn e Jason Butler Harner (i genitori giovani), Mackenzie Brook Smith (Annie Fang a 9 anni), Taylor Rose (Annie a 18), Kyle Donnery (Baxter adolescente), Jack McCarthy (Baxter bambino), Marin Ireland (Suzanne Crosby), Linda Emond (Miss Delano), Michael Chernus (Kenny) e Harris Yulin (Hobart Waxman). José de Arcangelo
(3 stelle su 5) Nelle sale italiane dal 1° settembre distribuito da Adler Entertainment

Nessun commento: