giovedì 23 febbraio 2017

La coppia Gassmann-Giallini stavolta non scoppia né convince nello scontro sul web di "Beata ignoranza" di Massimiliano Bruno

In “Se Dio vuole” di Edoardo Falcone la coppia Alessandro Gassmann-Marco Giallini era stata una rivelazione, stavolta in “Beata ignoranza” di Massimiliano Bruno rischia di diventare una delusione, e ci dispiace perché è soprattutto la sceneggiatura dello stesso Bruno (che nei primi film, “Nessuno mi può giudicare” e “Viva l’Italia” ci aveva conquistati) con Herbert Simone Paragnani e Gianni Corsi che, seppur prendendo spunto
dall’attualità, cade spesso nella superficialità, negli stereotipi e nei luoghi comuni. E si ride a corrente alternata, anzi spesso si sorride. Ernesto (Giallini) e Filippo (Gassmann) sono proprio due tipi agli antipodi ma hanno un unico punto in comune, sono entrambi professori e si ritrovano nello stesso liceo. Filippo è un allegro ‘progressista’ continuamente collegato al web soprattutto perché, bello e spensierato, è un seduttore seriale sui social.
Tanto che è in grado di sedurre persino i suoi studenti grazie a una sua app che rende istantanea e possibile la soluzione di ogni calcolo. Ernesto, invece, è un severo ‘conservatore’, tipico intellettuale rigorosamente senza computer, tradizionalista anche con i suoi allievi, che fa della sua austerità un punto d’onore e vanta una vita completamente fuori dalla rete. E’ probabilmente l’ultimo possessore vivente di un Nokia ’95.
Ma il vero guaio è una volta erano ‘migliori amici’ ma uno scontro profondo mai risolto li ha tenuti lontani l’uno dall’altro: si erano contesi la stessa donna, Marianna (Carolina Crescentini). E ora, i loro punti di vista opposti li portano inevitabilmente a un nuovo scontro, e ad una sfida nei panni di Nina (Teresa Romagnoli) – una ‘figlia’ anch’essa contesa come del resto una collega – che li sottoporrà a un semplice esperimento per un documentario: Filippo dovrà restare lontano dalla rete per circa un mese mentre Ernesto
sarà costretto ad entrarci dentro. Questo viaggio-scommessa li cambierà profondamente – almeno nelle intensioni degli autori -, costringendoli a trovare un equilibrio, sempre più raro e delicato ai giorni nostri, tra la coscienza globale di chi affida alla rete e la totale indifferenza di chi si ostina a resistere a oltranza all’epoca digitale. Ma niente paura, li aspetta comunque un happy end (buonista?) dove la famiglia allargata (ri) nasce senza più rancori e conflitti.
Nel cast anche Valeria Bilello (Margherita, la collega), Giuseppe Ragone (Gianluca), Malvina Reggiano (Costanza), Emanuela Fanelli (Iris), Luca Angeletti (Nazi), Luciano Scarpa (Mayer), Teodoro Giambanco (Lorenzo), Guglielmo Poggi (Binetti), Susy Laude (Roberta), Michela Andreozzi (Dott.ssa Bagnoli), Alessandro Di Carlo (bidello), Pietro De Silva (Ulderico), Massimo De Lorenzo (Dott. Meloni), Urbano Lione (padre Filippo), Teresa Fiorentini (nonna Binetti) e Massimiliano Bruno (Osvaldo). José de Arcangelo
(2 stelle su 5) Nelle sale italiane dal 23 febbraio presentato da O1 Distribution

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