mercoledì 1 febbraio 2017

Ritorna la 'banda dei ricercatori' con una missione ancora più pericolosa in "Smetto quando voglio - Master Class" di Sydney Sibilia

Dopo la sorprendente opera prima di un giovane regista, dall’inatteso successo al botteghino, ovvero “Smetto quando voglio” dell’esordiente Sydney Sibilia - presentata in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2014 (allora Festival Internazionale) – che ha poi conquistato premi nazionali e internazionali, e soprattutto il
pubblico, oggi si ripresenta nei cinema con il sequel sottotitolato “Master Class” ed è già pronto il terzo capitolo “Ad Honorem”, che uscirà probabilmente nella prossima stagione. Dato che squadra vincente non si cambia, anzi si rafforza, la banda dei ricercatori è tornata in piena forma. E se per sopravvivere Pietro Zinni (Edoardo Leo) e i suoi laureati compagni avevano lavorato alla creazione di una straordinaria droga legale diventando poi dei veri criminali, adesso è proprio la legge ad aver bisogno di loro. Infatti, è il giovane ispettore Paola Coletti (Greta Scarano) a chiedere al detenuto Zinni – ritenuto il
boss - di rimettere su la banda, creando una task force al suo servizio che entri in azione e fermi il dilagare delle smart drug, cioè quelle ancora ‘legali’. Il patto è agire sotto copertura per riavere la fedina penale pulita. Il neurobiologo Pietro, il chimico Alberto Petrelli (Stefano Fresi), l'economista Bartolomeo Bonelli (Libero De Rienzo), l'archeologo Arturo Frantini (Paolo Calabresi), l’antropologo Andrea De Sanctis (Pietro Sermonti) e i latinisti Giorgio Sironi (Lorenzo Lavia) e Mattia Argeri (Valerio Aprea) si ritroveranno loro malgrado dall’altra parte della
barricata, ma per portare a termine questa nuova missione dovranno rinforzarsi, riportando in Italia nuove reclute tra i tanti “cervelli in fuga” fuggiti all’estero come l’ingegnere Lucio Napoli (Giampaolo Morelli) e l’anatomista Giulio Bolle (Marco Bonini). La banda criminale più colta di sempre – consigliata dall’avvocato Vittorio (Rosario Lisma), specializzato in diritto canonico - si troverà ad affrontare molteplici imprevisti e nemici sempre più cattivi tra incidenti, inseguimenti, esplosioni, assalti e folli situazioni ancora una volta davvero… ‘stupefacenti’.
Grazie a un lungo e buon lavoro di sceneggiatura (un anno e mezzo) Sibilia, con Francesca Manieri e Luigi Di Capua, non si sono limitati a ‘ripetere’ l’operazione ma ad arricchirla con una buona dose d’azione, avventura ed altro, trasformando la commedia in un riuscito mix di generi all’italiana sulle orme del nostro cinema anni ’60-’70 e di quello d’azione americano che a sua volta ha attinto anche nelle opere dei nostri più bravi artigiani, ormai dimenticati. In sintesi, in “Smetto quando voglio - Master Class” non ci sono solo riferimenti e citazioni, ma anche rielaborazione nella forma e sviluppo della narrazione resa più vivace e senza tempi morti né lungaggini. E mantiene il livello del precedente, anche nel disegno dei personaggi –
tutti credibili - sia quelli che conosciamo sia quelli nuovi. Anche perché non si tratta più de “I soliti ignoti” ma de “i soliti laureati disoccupati”, e non è un caso se i ‘nostri eroi’ sono sette, come i “7 uomini d’oro” dell’ingiustamente dimenticato Marco Vicario, che era sì un riuscito mix di commedia e azione dal gusto internazionale. “La mia formazione cinematografica – dice Sibilia – è nata dalla visione di tutta una serie di film, sia italiani che americani, anni ’70, ’80 e ’90, che sono stati un po’ la mia scuola. Tra questi c’erano dei film
che tutt’ora amo moltissimo come ‘Terminator 2’, ‘Ghostbusters 2’, la trilogia di ‘Ritorno al futuro’, quella di ‘Indiana Jones’ (soprattutto perché anche citata nella sequenza dello scontro sul treno in marcia ndr.), ‘Fantozzi’ ‘Amici miei’. Molti di questi sono sequel, alcuni sono saghe, altri trilogie”. Appunto. Nel secondo capitolo, non manca nemmeno la compagna di Pietro, l’assistente sociale Giulia (Valeria Solarino), ignara del suo nuovo ‘incarico’, e in attesa di un figlio che verrà alla luce al momento giusto… non per il padre, ovviamente. E c’è ancora una new entry, l’enigmatico nemico della banda, il chimico industriale Walter
Mercurio (Luigi Lo Cascio) che compare nel rocambolesco finale ma che sarà l’antagonista nel capitolo che chiude la trilogia. “Ma la vera spinta a procedere – riprende il regista – è arrivata ancora una volta dall’estero: le proiezioni ai vari festival in giro per il mondo erano tutte sold-out perché invase da ricercatori italiani tra i quali si era sparsa la voce di un film che li riguardava. Per questi ricercatori in esilio la società ha trovato un nome drammaticamente poetico: cervelli in fuga. Questa categoria era stata ignorata nel primo film, e il
secondo capitolo volevo parlasse anche di loro, una sorta di dedica. Dico ‘anche’ perché in effetti ‘Smetto quando voglio - Masterclass’ parla di un sacco di cose, che ho voluto raccontare con il mio sguardo: i tempi in cui viviamo, il fatto che a volte non ci si prende abbastanza cura di alcune intelligenze, la voglia di riscatto. Ma è anche un omaggio al cinema d’azione americano di qualche anno fa, così come alla nostra ‘commedia all’italiana’, e a tutta una serie di meccanismi narrativi in cui forse, quelli della mia generazione, potrebbero riconoscersi”.
Alla presentazione stampa romana, gli attori hanno raccontato aneddoti riguardo le riprese un po’ avventurose non solo nella capitale e dintorni, visto che la spericolata corsa nei mezzi di trasporto ‘nazista’ si è girata in Puglia anziché tra Roma e Civitavecchia, mentre dall’altra parte della strada c’era il normale traffico quotidiano e la gente non capiva cosa stesse succedendo. Inoltre, tra figure e controfigure, cadute e salti, cazzotti e inseguimenti, si crea sempre un po’ di confusione, dato che nel nostro cinema ormai non si girano quasi più scene del genere e i nostri attori sono costretti spesso a improvvisare. L’unica a non partecipare alle scene d’azione è stata la Solarino
Per l’occasione è stato realizzato anche un fumetto - il primo volume in uscita in questi giorni con La Gazzetta dello Sport -, a pubblicazione bimestrale. Direttore creativo: Federico Mauro (Vertigo); soggetto e sceneggiatura: Roberto Recchioni; disegni e colori: Giacomo Bevilacqua; assistente ai disegni: Emilio Pilu. Copertine: Bevilacqua, Recchioni, Riccardo Torti e Zerocalcare; Grafica e impaginazione: Paolo Campana. José de Arcangelo
(3 ½ stelle su 5) Nelle sale italiane dal 2 febbraio presentato da O1 Distribution in 500 copie

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