giovedì 23 marzo 2017

Il vero "sogno italiano" di un ragazzo sardo che vuole diventare stilista in "Moda Mia" di Marco Pollini, un film in bilico tra realtà e favola

Conquistato dalla Sardegna durante una vacanza, il regista veronese Marco Pollini ha anche scoperto il “sogno italiano” di un’adolescente e ne è rimasto conquistato tanto da ispirarsi a lui per il suo secondo lungometraggio, dopo l’opera prima “Le badanti”. “Moda mia” racconta la storia romanzata del sedicenne Giovannino (la vera rivelazione del film, Francesco
Desogus), rimasto con una sorellina da proteggere dal padre padrone, Antonio (Pino Ammendola più adatto a fare il nonno), dopo la fuga della madre, stanca dei continui tradimenti e umiliazioni del marito. Però il ragazzo frequenta un istituto tecnico artistico – probabilmente all’insaputa del genitore – e coltiva il sogno di diventare stilista e lavorare nel mondo della moda.
E’ quasi estate, la scuola sta finendo, Giovannino taglia e cuce di nascosto, spesso di notte, perché deve occuparsi della casa, della sorellina di otto anni Stella (Mariandrea Cesari), quando non è costretto a badare alle terre e alle pecore, vessato continuamente dal padre che lo tratta con disprezzo, soprattutto quando scopre il suo desiderio di fare “un mestiere da froci”. Però Giovannino, durante la sfilata annuale di fine corso, vince il premio con gli abiti realizzati con materiale di scarto e, grazie all’insegnante, capisce che possiede l’abilità e il talento perché il suo
sogno si avveri. Tenterà l’impossibile per lasciare il padre, portando via la sorellina ed aiutare la madre, e così raggiungere Milano e perfezionare il suo ‘mestiere’. In bilico fra realtà (il ragazzo sardo lavora veramente con materiale riciclato ed è riuscito a frequentare l’accademia milanese) e favola (Giovannino ha una sorta di angelo custode adolescente gay che lo spinge ad andare avanti), “Moda mia” conquista soprattutto per lo splendido paesaggio sardo, tra bellezza e asprezza, e per l’esordiente protagonista. Convince un po’ meno l’esile sceneggiatura, condita da ingenuità e
particolari non sempre azzeccati e/o verosimili. Inoltre, un finale quasi miracoloso, toglie credibilità al sogno che il vero ragazzo – Federico Careddu, a cui è ispirata la storia e autore degli abiti del film - ha realizzato senza aiuti della provvidenza. Un’opera che conquista soprattutto perché, se non tutto funziona, dimostra che il regista ha un buon mestiere, ma dovrebbe lavorare di più sulla scrittura, e – come accennavamo più su – per i contrasti che offre lo scenario naturale dell’Isola, ottimamente fotografata da Alessandro Zonin.
“Un progetto ambizioso forse – dice Pollini -, ma perseguito con tenacia e passione, lavoro e dedizione supportato da una troupe entusiasta in ogni momento e… tutta sarda. Sono grato anche alla popolare showgirl Melissa Satta, autoctona doc, così innamorata della propria terra da voler legare il suo nome ad un progetto che non ne esalta solo la bellezza dei luoghi ma la determinazione e il coraggio delle persone”. “Le persone che fanno la differenza – conclude – e che con l’entusiasmo possono dare contorno ai sogni. Una storia ricca di contrasti, contraddizioni, una storia di bellezza e crudeltà, una storia vera, un personale omaggio e ricordo a quella splendida estate in Sardegna”.
Nel cast: Valentina Sulas (Anna, l’insegnante), Davide Garau (Domenico), Giampaolo Loddo (pastore), Margherita Margarita (Alice, la madre), Maria Cara Speranza (assistente sociale), Marco Poli (Marco, ‘il Milanese’), Cesare Corda (Filippo ‘Phil Rizzi’, preside scuola) e con la partecipazione di Melissa Satta nel ruolo cameo della top model nel sogno/incubo. Le musiche originali sono di Kristian Sensini, Emanuele Chiesa. Il film è stato prodotto da Ahora! Film e realizzato con il sostegno della fondazione Sardegna Film Commission. Le riprese si sono svolte nel nord-est dell’Isola tra Palau e Arzachena (Sassari). José de Arcangelo
(2 stelle su 5) Nelle sale italiane dal 23 marzo distribuito da Ahora! Film - Uci Cinemas

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