giovedì 16 marzo 2017

Ritorna "The Ring", l'horror festeggia quindici anni, con un terzo capitolo incentrato su tecnologia e moralità e diretto da F. J. Gutierrez

Ed ecco l’atteso “The Ring 3” (Rings) arrivato al terzo capitolo americano partendo sempre dallo spunto originale, ovvero dal video maledetto seguito dalla fatidica telefonata che annuncia la morte allo scadere
del settimo giorno. Un horror firmato dallo spagnolo F. Javier Gutierrez (autore del pluripremiato “3 Dias”), sempre ispirato al romanzo omonimo (di Koji Suzuki) e al film (“The Ring/The Spiral” di Takashi Shimizu) giapponesi, che ripropone l’inquietante mistero. Come di solito, cambiano ambiente, personaggi e tempi. Dopo un prologo – in aereo – che ricorda o spiega, a chi non ha mai visto un film della saga, lo spunto originale, si passa al ritrovamento dell’obsoleto
videoregistratore e della cassetta da parte di un professore universitario. A questo punto inizia la vera e propria storia contemporanea dei nuovi protagonisti. Una ragazza, Julia (la milanese Matilda Lutz, da “L’estate addosso” a “L’Universale”), si congeda dal suo ragazzo, Holt (Alex Roe), in partenza per il college. Dopo qualche giorno, quando non riceve più telefonate da lui e diventa irraggiungibile, Julia decide di recarsi direttamente all’università. Scopre così che il suo fidanzato si è
appassionato alla oscura credenza creatasi intorno alla misteriosa videocassetta. Infatti, allievo e professore, Gabriel (Johnny Galecki), stanno facendo un esperimento per capire le origini e disinnescare l’effetto mortale del video. Ma, dato che sono ancora in un vicolo cieco, Julia decide di sacrificarsi per salvare il suo fidanzato. Allora fa una scoperta sconvolgente: c'è un “film nel film”, ovvero una nuova terribile storia, che nessuno ha mai visto prima, e ha delle visioni allucinanti...
Ormai sono passati quindici anni – tutto ebbe inizio nel 2002 - che lo spirito vendicativo di Samara Morgan devasta le anime curiose dei malcapitati che hanno visionato la sua malefica videocassetta, e per questo lo spunto – come anticipavamo – è sempre lo stesso, anche quando non vengano chiaramente spiegati i collegamenti tra le due ‘vicende’ incrociate. Però lo scoprirete e/o lo interpreterete secondo il vostro punto di vista. Anche perché, forse, alla fine i conti non tornano, ma se il cinema è finzione e fantasia, a maggior ragione in un horror, più ‘investigativo’ che splatter, non tutto ha sempre una spiegazione plausibile.
Inoltre, “The Ring 3” – sceneggiato da David Loucka, Jacob Estes e Akiva Goldsman - già nel titolo originale è al plurale, e in quanto a suspense e ritmo funziona ancora perché è sempre inquietante e indaga/riflette sul rapporto tecnologia-psicologia. Gutiérrez, infatti, afferma che il rapporto tra tecnologia e moralità ha giocato un ruolo fondamentale nella sua scelta di portare avanti sullo schermo la storia originale di Samara.
“Cultura vuole – dichiara -, che siamo ossessionati dai video, e l’uscita dei primi capitoli di ‘The Ring’, ha in qualche modo condizionato il nostro approccio nel guardarli. Un tempo si seguiva un certo rituale: si sceglieva un nastro dallo scaffale, a volte lo si doveva riavvolgere o regolare il tracking... era tutta una questione di tempo; mentre oggi, si preme un pulsante dei vari dispositivi, e immediatamente si riproduce un video”.
E poi conclude: “Volevo esplorare il modo in cui la tecnologia ha cambiato radicalmente la diffusione di una maledizione, ed oltre alla semplicità di poter guardare un video, anche la facilità di effettuare delle copie e tramandarla. Bastano solo due click per inviarla ai computer portatili o ai telefoni cellulari di decine di contatti. Oggigiorno, gli schermi sono ovunque, quindi non si è mai veramente al sicuro da Samara”.
Nel cast Aimée Teegarden (Skye), Bonnie Morgan (Samara), Chuck Willis (Blue), Patrick R. Walker (Jamal), Zach Roerig (Carter), Laura Slade Wiggins (Faith) e, soprattutto, il grande Vincent D’Onofrio (Burke), da “Full Metal Jacked” a “I magnifici 7”, passando per i serial “Criminal Intent”, “Daredevil” e il recente “Emerald City”. Jose de Arcangelo
(2 ½ stelle su 5) Nelle sale italiane dal 16 marzo distribuito da Universal International Pictures Italia

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