giovedì 9 novembre 2017

Come trovare un posto di lavoro nello spazio secondo The Jackal in "Addio Fottuti Musi Verdi"

Un altro gruppo di videomaker dal web sbarca sul grande schermo (come negli anni ’80 facevano quelli che provenivano dalla televisione), The Jackal, e per loro, ‘precari’ e appassionati di fantascienza, forse, era il momento giusto, dato che col digitale si può fare tutto e il contrario di tutto, se utilizzato nel modo
migliore, come in questo “Addio fottuti musi verdi” (evento speciale di Alice nella Città, la sezione autonoma e parallela alla Festa del Cinema). Ovvero comicità surreale e ‘sottile’, parodia e ironia, sentimenti e lavoro (che non c’è), sono gli ingredienti utilizzati dal quartetto Francesco Ebbasta (regista, sceneggiatore con Simone Ruzzo), Ciro Priello, Fabio Balsamo e Beatrice Arnera (protagonisti col proprio nome e cognome), assecondati da Roberto Zibetti e, direttamente dal “Gomorra” televisivo, Fortunato Cerlino
e Salvatore Esposito. E un divertentissimo cameo, autoironico, dell’amato-odiato Gigi Dalessio, incluse sue canzoni. Come è ormai assodato, chi ha talento prima o poi sfonda anche nel cinema, e il duo Priello-Balsamo funziona soprattutto nelle scenette a loro congeniali, anche se sul racconto lungo (durata standard 93’), qualche tempo morto ci scappa. Ma la storia è originale (mix di realtà attuale e fantascienza parodistica), in cui non mancano citazioni e rimandi, alti e bassi.
Il napoletano Ciro è un super qualificato grafico pubblicitario (una laura 100 e lode, tre specializzazioni), specializzato in porte in faccia e collezionista di delusioni che, dopo averle provate tutte decide di partecipare a un concorso e mandare il suo curriculum – su consiglio dell’amico Simone, appassionato della serie fantascientifica da titolo (AFMV l’acronimo) e aiuto fotografo di matrimoni del padre – nientedimeno che nello spazio, ovvero agli alieni. “Tanto quelli figurati se rispondono!”, e invece non solo lo fanno ma lo teletrasportano su un’astronave offrendogli l’agognato e meritato ‘posto fisso’. Però c’è in ballo l’intero pianeta…
Visto che siamo nell’ambito della parodia e dintorni, questi alieni sono veramente ‘strani’, anche se è quello che loro pensano degli umani. Una variazione originale e supertecnologica – produce Cattleya con RaiCinema - che ricorda un po’ quelle di Mel Brooks (vi ricordate “Balle spaziali”). Quindi, è uno spettacolo gradevole anche per chi non ha conosciuto il sodalizio via internet. Peccato perché l’idea di partenza c’è, la novità pure, l’ambizione e le buone intenzioni anche, manca però la sostanza. Anziché ridere spesso si sorride. José de Arcangelo
(2 ½ stelle su 5) Nelle sale italiane dal 9 novembre presentato da O1 Distribution

Nessun commento: