mercoledì 1 novembre 2017

Dopo una lunga assenza torna Federico Moccia con la solita 'teen comedy' aggiornata e corretta "Non c'è campo" con Vanessa Incontrada e C.

Il nuovo film di Federico Moccia “Non c’è campo” parte da uno spunto originale – tra l’altro vero in Molise – per la consueta commedia adolescenziale e definita dallo stesso regista ‘teen comedy’ dove tutto o quasi resta in superficie e descrive un gruppo di studenti, adolescenti disperati perché, portati in gita culturale, scoprono che in quel simpatico borgo non c’è campo, appunto, per cellulari, iPod e via dicendo, tecnologicamente parlando.
Un cast giovane – non tutti esordienti e provengono soprattutto dal piccolo schermo, ma per la prima volta protagonisti – assecondato da attori adulti nei ruoli di genitori e professori. I teen-ager sono Beatrice Arnera (Flavia Giuliani), Mirko Trovato (Francesco Lamberti), Eleonora Gaggero (Virginia), Caterina Biasiol (Valentina Castoldi), Leonardo Pazzagli (Claudio Foschi), Federico Cesari (Massimo), Neva Leoni (Carlotta), Serena Iansiti (Giorgia). Attorno a loro Vanessa Incontrada (Laura Basile), Gian Marco Tognazzi (Andrea), Corrado Fortuna (Gualtiero Martelli), Claudia Potenza (Alessandra Cenci), Marzia Ubaldi (nonna Adele) e Michele De Virgilio (Filippo).
Laura, professoressa di liceo, ha molto a cuore la preparazione dei suoi alunni, tra cui Francesco, Flavia e Valentina, e decide di portarli in gita. Eccitati dalla prospettiva, i giovani affrontano un lungo viaggio in pullman pieni di aspettative, ma un imprevisto scombussola i piani: nel piccolo paese salentino dove vengono accolti dall’artista Gualtiero Martelli: Non c’è campo. Per i ragazzi è un incubo, ma saranno costretti a ‘sopravvivere’ e il ‘black out telematico’ gli costringerà a imprevedibili reazioni, rivelazioni e nuovi amori.
“Per il mio ritorno alla regia – dice Moccia – ho scelto di raccontare una storia di grande impatto emotivo, unendo la mia conoscenza del mondo dei giovani con l’attualità della società moderna. Insieme alle due autrici, Chiara Bertini e Francesca Cucci, la sceneggiatura è stata scritta partendo da un’idea molto semplice e tuttavia divenuta essenziale in questo momento storico. Facebook, Whatsapp, Snapchat, Twitter, Instagram: la nostra esistenza è intasata da cose che fino a pochi anni fa erano impensabile da condurre, ne
risentirebbero il lavoro, i nostri rapporti sociali, e, in alcuni casi, la nostra stessa autostima. Naturalmente questo non è vero, è solo un’illusione dovuta all’intossicante presenza dei social media che pervadono ogni ambito delle nostre vite. La tecnologia ha preso il sopravvento e non soltanto i ragazzi nati nel 2000 non hanno mai conosciuto un’altra realtà se non quella attuale ma anche gli adulti hanno ormai con il proprio cellulare un rapporto tanto stretto da andare letteralmente in giro con il proprio mondo in tasca”.
Tutto vero solo che nel film è banalizzato e moralistico, e viene offerto un quadro delle nuove generazioni convenzionale tanto che, se realmente sono così, sarà difficile che riescano a costruirsi un futuro, dato che questo per loro sembra il maggior ostacolò – ci sono attacchi di panico -, oltre agli amori adolescenziali – quelli sì comuni e tipici dell’età -, i soliti scherzacci e un (leggero, purtroppo conosciamo fatti veramente tragici) atto di bullismo contro il più tecnologico di tutti, costretto a fare
outing e – guarda un po’ – accettato da tutti. Però mancano l’ironia (anche auto) e il vero divertimento, almeno per gli adulti di una volta, visto che tutto scivola sul sentimentale – da fiction televisiva -, o giù di lì. Quindi, si diverta chi può. Per chi si accontenta, la scelta musicale è in target, con la partecipazione di Elodie (“Semplice”), Margherita Principi (gli inediti “Get to the Top” e “Il tuo cuore sempre accanto”), che viene dalla nona edizione di XFactor; Sergio Andrei (il brano omonimo al film, oltre a interpretare la parte di Daniele). Per gli altri “Non c’è (s)campo”.
“La scelta della Puglia come set per le riprese – precisa il regista – è stata dettata da due importanti considerazioni. Innanzitutto la bellezza del territorio pugliese che offre scorci e scenari davvero impagabili; inoltre stavamo cercando un piccolo paesino che fosse credibile per quanto riguarda la situazione problematica ‘senza’ campo che racconto nel film. Scorrano si è prestata perfettamente come interprete e protagonista anche perché in questo paese effettivamente… non c’è campo!”
“Il paesino di Scorrano, visivamente parlando - conclude Moccia -, il luogo offre dei meravigliosi panorami ed è anche sede di una straordinaria tradizione artigianale legata alle luminarie. Le luminarie, straordinarie architetture costruite con delle semplici lucine, rappresentano una eccellenza italiana conosciuta anche all’estero, che attira turisti da ogni parte del mondo e ben si presta ad un ottima resa visiva sul grande schermo”.
I ragazzi parlano di questa esperienza, ma glissano sul fatto di sentirsi o meno identificati con i giovani che interpretano, invece tutto sono d’accordo che è stata un’esperienza fantastica e che è nata un’amicizia fra loro, e su questo è d’accordo anche la prof Vanessa Incontrada. E, se è vero che chi tace acconsente, vuol dire che almeno un po’ si sentono così. José de Arcangelo
(1 ½ stella su 5) Nelle sale italiane dal 1° novembre distribuito da Koch Media

Nessun commento: