domenica 1 dicembre 2013

"La mafia uccide solo d'estate" di Pif vince il Premio del Pubblico al Torino Film Fest

Arriva nelle sale - dopo la presentazione in concorso al recente Torino FilmFest, dove ha vinto il premio del pubblico - il sorprendente esordio nella regia cinematografica di Pierfrancesco Diliberto alias 'Pif', nota ex 'Iena' televisiva e autore (dal 2007) de "Il testimone" per Mtv, il suo primo programma individuale, tra i più originali e innovativi nel panorama televisivo odierno. Però Pif non era proprio digiuno di esperienze cinematografiche, infatti agli inizi della sua carriera era stato assistente alla regia di Franco Zeffirelli per "Un tè con Mussolini" (1998) e l'anno dopo per Marco Tullio Giordana ne "I cento passi".
Il fatto inconsueto è che l'opera prima "La mafia uccide solo d'estate" è una commedia satirica che parla di un argomento serio, anzi tragico, e lo fa con leggerezza e umorismo, ma - come dice lo stesso autore - "senza offendere la tragedia" umana che lo circonda. Un riuscito mix, tanto corrosivo quanto commovente, che dimostra maturità nell'approccio da parte di Pif e dei suoi cosceneggiatori Marco Martani e Michele Astori.
Ma anche una maturità professionale sia nella ricostruzione storica sia nell'inserirvi (letteralmente) la vicenda di un ragazzino qualunque (in parte ispirato a se stesso) nella realtà italiana di trent'anni fa. Questo grazie ad un minuzioso lavoro di squadra insieme a ottimi collaboratori, tanto che sono riusciti a realizzare e montare in modo eccezionale le scene girate appositamente per il film (finzione) con quelle di repertorio (documentari e cronache), sia cinematografiche che televisive. Crescere e amare nella Palermo della mafia, questa è in sintesi la storia narrata. Un racconto lungo vent'anni attraverso gli occhi di un bambino, Arturo (bravissimo l'esordiente Alex Bisconti), che diventa grande (lo stesso Pif) in una città tanto affascinante quanto terribile, ma dove c'è ancora spazio per la passione, l'amore e il sorriso.
Infatti, Arturo fa di tutto per conquistare il cuore dell'amata Flora (da bambina Ginevra Antona, da grande Cristiana Capotondi), una compagna di banco di cui si è invaghito già alle elementari e che vede come 'la principessa'. Sullo sfondo di questa tenera, romantica e divertente storia, scorrono e si susseguono i tragici episodi successi in Sicilia dagli anni Settanta ai Novanta. In raro equilibrio tra impegno e ironia, Pif riesce a dissacrare i boss mafiosi - e anche chi allora non voleva vedere - e restituisce l'umanità ai grandi eroi dell'antimafia, grandi uomini sia nei piccoli gesti quotidiani sia nell'esercizio della propria professione e/o missione. In questo modo riesce a incuriosire e a far conoscere anche alle nuove generazioni, con uno sguardo mai banale né retorico, i terribili anni degli omicidi eccellenti.
Bisogna ammettere che sono spesso i mafiosi e i politici stessi a rendersi ridicoli, soprattutto visti col senno di poi: ascoltate le 'vere' dichiarazioni inserite nella pellicola (da interviste televisive e non). E constatare che la maggioranza silenziosa, se non era del tutto cieca, era sicuramente sorda o quantomeno 'distratta'. Nel cast anche Claudio Gioè (Francesco, il giornalista), Ninni Bruschetta (Fra Giacinto), Rosario Lisma (Lorenzo), Enzo Salomone (Rocco Chinnici), Maurizio Marchetti (Jean-Pierre), Antonio Alveario (Totò Riina), Domenico Centamore (Leoluca Bagarella), Roberto Burgio (Boris Giuliano), Attilio Fabiano (padre di Flora) e Totò Borgese (Salvo Lima). Gli ottimi collaboratori: direttore della fotografia Roberto Forza, montatore Cristiano Travaglioni, scenografo Marcello Di Carlo, costumista Cristiana Ricceri, musicista Santi Pulvirenti, tecnico/montatore del suono Luca Bertolin. José de Arcangelo
(4 stelle su 5) Nelle sale dal 28 novembre distribuito da 01 Distribution

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